Taranto-Messina, non c’è sentimento più angosciante del dubbio
Pubblicato il 11 Gennaio 2025 in Primo Piano
Vincere era l’unica cosa che contasse. Il Messina passa sul campo del Taranto, esulta per la caduta della Casertana e spera che la classifica resti più corta possibile. Sì, ma senza interventi sul mercato e chiarezza societaria tutte queste resteranno inutili chiacchiere.
OSSIGENO – Non poteva esserci risultato diverso dalla vittoria, perché i pugliesi erano avversari alla portata e perché senza un successo la stagione dei giallorossi avrebbe preso una piega difficilmente risolvibile. Non facilissimo, perché il Taranto va considerato avversario inferiore solo per le evidenti e pesantissime difficoltà attraversate. Sul campo, infatti, questa differenza è stata molto meno presente. Colpa anche di un Messina rabberciato, abbandonato da gran parte dei suoi titolari e con altri in continuo contatto con la loro prossima destinazione. Insomma, era il derby di chi sta peggio e lo ha deciso un macro-errore di Marong e un destro speranzoso di Luciani. Contenuti tecnici al limite del professionismo, tanto nervosismo e tensione pura. La partita giocata sul neutro di Francavilla – casa del Taranto visti i lavori allo Iacovone in vista dei Giochi del Mediterraneo – è di quelle da dimenticare in fretta per non farsi travolgere dalla fantasia di essere squadra risolta; da conservare solo per esito e ritrovata capacità di mettere la professione di fronte alle ambizioni personali. Modica (voto 6,5) lascia a casa Petrungaro, Frisenna, Rizzo, Ortisi, Re e Mamona – in ordine di importanza -, confermando nel post gara come non facciano più parte del gruppo. Non ancora andati via solo perché tra vecchia e nuova proprietà si è stati in grado di combinare un bel pasticcio annullando un potere di firma senza avere ancora il nuovo. Così, come già detto nel pre-gara, il Messina non può operare in entrata e in uscita. Una cosa che si risolverà tra lunedì e martedì probabilmente, ma che racconta quanta insipienza ci sia alla guida dei giallorossi. Quella che lo stesso Modica denuncia quando dice che Sciotto non ha mai mancato un pagamento, ma che non si viva di soli stipendi. Concetto che avevamo già estrinsecato, perché la vita quotidiana a queste latitudini non è delle più semplici per calciatori e affini. Peccato non si vada mai in profondità e sembri tutto parte di un grande non detto. Trascurabile oggi, perché il presente invita a risolvere e non rivendicare. La vittoria di Taranto è ossigeno, ma non servirà a nulla se non si inizierà a lavorare per il vero futuro. Sempre tutto in bilico, incerto. Il mercato, come detto, si sbloccherà a breve almeno in uscita; così da mettere un punto finale alle situazioni di stallo. Sarà il primo passo, anche per svuotare il monte ingaggi e lavorare sui margini della fideiussione di Sciotto. L’integrazione voluta da Roma non pare la priorità dell’AAD Invest, che prima dovrà superare l’esame federale in arrivo.
IL DUBBIO – Come avrete intuito, della partita del Nuovarredo c’è poco da dire. Il Messina si illude di poter sviluppare calcio con un 4-3-3 con esterni uno spento Pedicillo e un non presentabile Cominetti. I ritmi sono pure alti perché il Taranto gioca, mentre il Messina ribatte. Anatriello sbaglia un gol facile, poi tutto diventa nervoso e orrendo. La rete di Luciani non è però casuale, perché Modica legge bene il momento e passa al 4-4-2 prima sommando l’ex Frosinone ad Anatriello e poi piazzando l’elettrico Adragna a destra. Cucina con gli ingredienti che ha e riesce a vincere. Grazie a Marong, ma la coppia offensiva c’era e non ha sbagliato. Non scontato, visto che poco dopo Luciani torna sulla Terra divorandosi lo 0-2. Tutto regolare, a livello. La partita è questa qui e valeva più dei semplici 3 punti. Si cambia la scenografia, si passa alla fase del mercato e dei fatti. Insomma, si passa alla questione soldi. Pubblicato l’atto notarile che ha messo il Messina nelle mani di Cissè: un accordo che promette – visto che non è stato ancora versato un euro – cifre spropositate rispetto al vero valore del club e che spiegano perché Sciotto abbia puntato sull’AAD Invest. Se i soldi arriveranno, infatti, avrà fatto jackpot. Come vincere alle slot con una sola moneta. Se dovesse andar male tutto tornerà nelle sue mani e arriverà qualcuno a raccontarvi che i cattivi venivano dal Lussemburgo… come se non fosse stato possibile per Sciotto scoprire – nei lunghi 8 mesi di trattative – chi fossero i suoi interlocutori. Vabbè, discorsi poco interessanti e ampiamente noti a tutti. Difficilmente, comunque, Sciotto tornerà alla guida del Messina. Anche se AAD dovesse rivelarsi una bolla, il quasi ex presidente farebbe di tutto per trovare una nuova soluzione. Peccato, però, che tutto questo avverrebbe quando il danno sarebbe irrisolvibile. Le scadenze sono fissate per febbraio e marzo, con mercato di gennaio passato e giornate di campionato trascorse. Due fasi che andranno affrontate adesso e con capacità di risoluzione. La sfida col Taranto ha detto che il Messina fatica a contare su 11 giocatori e che le operazioni dovranno essere tante e rapide. Occorre ricostruire la difesa – da cui potrebbe ancora uscire Lia (destinazione Cerignola) -, anche la mediana necessita di carattere e qualità; mentre per il capitolo attacco occorre andare verso una rivoluzione totale: via Petrungaro, Anatriello sempre corteggiatissimo dall’Avellino e il solo Luciani che gode della stima di Modica. Insomma, va rifatto tutto e con profili che possano garantire numeri concreti. Sarà possibile? Come detto, AAD Invest dovrà superare la tagliola federale sulla solidità finanziaria delle nuove proprietà. Se dovesse arrivare un “no” sarebbe complicato immaginare gli scenari. Questo, però, indica come la situazione in casa Messina sia ben più grave di quanto si possa immaginare. Perché non c’è sentimento più angosciante del dubbio.
Krapikas 6
Un paio di interventi puliti, poi la lucidità nel rilanciare profondo e innescare l’azione del gol vittoria.
Lia 5,5
Poco presente in fase di spinta, anche in quella di non possesso non è sempre perfetto. Perde qualche pallone di troppo. (dal 29′ s.t. Adragna 6: non fa chissà cosa, ma l’atteggiamento è giusto e mette elettricità)
Ndir 6
Ordinato, zero sbavature e bravo quando può prendere riferimento. Palla al piede è scolastico.
Marino 6,5
Tanta esperienza per tappare qualche buco, ma la parte migliore è la capacità di tenere organizzata e concentrata l’intera difesa. Salva sulla riga un tentativo di Mastromonaco.
Morleo 5,5
Bello il cross che Anatriello non sfrutta, poi non è sufficiente nelle due fasi e troppo spesso corre a vuoto.
Petrucci 5,5
Un’ora di corsa e volontà, ma tocchi pochi palloni e non accende mai la manovra. (dal 15′ s.t. Salvo 5,5: senza strafare, e infatti non arriva alla sufficienza)
Anzelmo 6
Piace la sua capacità di fare da riferimento in fase di costruzione. Bravo a farsi trovare sempre libero e pulito nella circolazione. Certo, non ci sono spunti di grande fantasia.
Garofalo 5,5
Corsa, impegno, quantità ma è una della sue classiche prestazioni a cui sembra mancare qualcosa.
Pedicillo 5
Nervoso, impreciso e troppe volte fuori posizione. Si abbassa, si alza e non si fa mai trovare nel posto giusto.
Anatriello 6,5
Avrebbe potuto fare di più quando Morleo lo trova nel cuore dell’area, poi soffre la fisicità dei centrali avversari ma è instancabile nel muoversi per creare e attaccare spazi. Freddo quando serve Luciani per la vittoria. (dal 47′ s.t. Di Palma s.v.)
Cominetti 4,5
Ogni pallone toccato è un pallone perso. (dal 15′ s.t. Luciani 6,5: al posto giusto nel momento giusto. Entra con buon atteggiamento, ma non è un bomber e lo dimostra quando – dopo la rete – non sfrutta una seconda ghiotta palla gol)
TARANTO Del Favero 6,5; Vaughn 5,5 (dal 37′ s.t. Locanto s.v.), Marong 4,5, Papazov 5,5, Verde 5; Mastromonaco 6 (dal 49′ s.t. Zerbo s.v.), Fiorani 6 (dal 28′ s.t. Schirru 5,5), Speranza 5,5, Guarracino 4,5; Battimelli 5 (dal 37′ s.t. Garau s.v.), Giovinco 5 (dal 28′ s.t. Zigoni 5). All. Bisignano 5,5
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya