Un’estate all’insegna del lavoro, tanto, e del basso profilo. Una preparazione dura e senza proclami, il terzo atto dell’Acr Messina della famiglia Sciotto riparte da Troina con la grande aspettativa che sia arrivato il momento di un inizio nuovo di zecca.
IL SILENZIO – Parla pochissimo Antonio Obbedio, il ds che ha accettato l’onere e l’onore di costruire un Messina finalmente vincente. Nessun obiettivo sbandierato, nessuna promessa fatta a una piazza che ama visceralmente, solo un lavoro costante nella ricerca dell’alchimia giusta per attaccare un Girone I subito travolto dallo spauracchio Palermo. I rosanero partono col blasone ma senza preparazione, una formazione che pesa per nomi, anche di categoria, ma che non ha ancora trovato le risposte dal campo. Il Messina, invece, ha archiviato la Coppa Italia come un impiccio che non ha fatto male; il lavoro durissimo fatto in Toscana va scaricato dalle gambe di un gruppo guidato da un tecnico che si gioca la sua prima grande chance. Se Obbedio parla poco, Cazzarò non parla proprio preferendo lasciar risuonare il lavoro sul campo e una squadra che sembra già avere un’identità. La parola “promozione” non è stata pronunciata in società ma resta il desiderio di una tifoseria che ha ridonato pazienza e tempo a una società, fin qui, deludente. Le rivalità sono servite, nonostante il becerume squallido che le accompagna, a riaccendere la voglia di credere che la Serie D possa essere un semplice passaggio e non una condanna definitiva. Si parte da Troina, ma questo Messina non può permettersi di pensare all’avversario come scusa.
IL SISTEMA – Incuriosisce questo Messina, si parla di campo e nulla più perché il tempo per le stupidaggini che solleticano i selvaggi non scolarizzati da social network sono terminate. Il campo quindi, con le sue difficoltà e con i suoi meccanismi ancora da oliare: mister Cazzarò non tradirà un sistema sposato con il ds Obbedio che continua a lavorare in quella direzione; lo fa con la consapevolezza di una struttura tattica e fisica che avrà bisogno del tempo necessario. La difesa a tre resta sovrana, quasi come le scelte che vanno verso quelle definitive. In mediana il pre-campionato di Buono ha strappato consensi mettendo in dubbio le gerarchie. Poco importerà perché una stagione tanto lunga non ha senso di trovare definizioni a inizio settembre. L’attesa resta, però, quella per pesare un reparto offensivo che vede coppie mai accoppiate in un ritiro fatto di affaticamenti muscolari e ritardi di condizione. Siclari scalpita, Coralli suda con Esposito che maledice un inizio di ritiro da sovraccarico.
IL CAMPO – Come ogni stagione di Serie D riparte il fastidioso ritornello sugli under: dal ’99 al 2001 i quattro obbligatori da schierare. Primo intoppo l’assenza di Barbera che apre le porte della titolarità a Saverino con Fragapane opposto a sinistra. In porta Avella non ha rivali, davanti a lui Giordano e Strumbo aspettano Ungaro più di Forte. In regia Sampietro deve testare il suo stato di forma, Ott Vale è, invece, certo del posto. Crucitti sulla trequarti con Suma e Siclari a fare coppia. Resta viva la pista Buono in mediana con l’esclusione di una delle due punte, anche se la sterilità di Marina di Ragusa qualcosa pesa nella testa di Cazzarò. Terzo anno per gli Sciotto, terzo passaggio in Serie D per un Messina che deve puntare in alto senza guardare a chiacchiere, rivali, avversari e pressione.
TROINA (3-5-2) Compagno; Saba, Raia, Toure; Fricano, Daqoune, Lo Cascio, Toscano, Akrapovic; Camacho, Fruci. All. Boncore
MESSINA (3-4-1-2) Avella; Ungaro, Giordano, Strumbo; Saverino, Sampietro, Ott Vale, Fragapane; Crucitti; Suma, Siclari. All. Cazzarò
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale dell’Acr Messina