Viaggio al centro dell’avversario | Benevento, la difesa è il miglior attacco

Pubblicato il 3 Novembre 2023 in Punto C

Cambiare per ricominciare. Sembra essere questa la filosofia fondante del Benevento del presidente Vigorito nella stagione della caduta in Serie C. Altra categoria ma nessun calo di ambizione per una squadra costruita per stare in alto e che ha mostrato fin qui un assetto solidissimo.

MERCATO – Rivoluzione doveva essere e rivoluzione è stata. Il Benevento che si è presentato al campionato di Serie C 2023/2024 ha dovuto affrontare un’ opera di ridimensionamento molto complessa. Condizionata dalla doppia retrocessione nel giro di tre stagioni, ma anche dal fatto che la famiglia Vigorito è sempre stata abituata a fare le cose in grande. E il monte ingaggi, vicino ai 20 milioni di euro, della scorsa stagione in Serie B – il quinto della serie cadetta nella stagione 2022-2023 – ne è grande manifesto. Dimostrando allo stesso tempo che spendere non fa necessariamente rima con vincere. Chiaramente alcune partenze sono state obbligate. Prima su tutte quella di capitan Glik, trasferitosi nel campionato polacco a fronte di uno stipendio milionario. Così come Gaetano Letizia, altro pilastro del Benevento, in Serie A come in Serie B. Passando poi per i trasferimenti di Moncini e Forte – su di lui vigeva un obbligo di riscatto – dai quali la società ha ricavato ben 2.5 milioni di euro. Senza considerare la boccata d’ossigeno data al monte ingaggi, nettamente alleggerito anche dalle uscite di giocatori dallo stipendio pesante come Foulon, Acampora e Schiattarella. Inoltre si sono aggregati alla prima squadra alcuni elementi del settore giovanile: il portiere Nunziante e l’attaccante Carfora sono esempi concreti della grande attenzione a questo aspetto, sintomo di progettualità. Stesso discorso può essere fatto per giocatori come Talia – tornato dal prestito secco al Potenza – e Simonetti che, però, sono stati presi per essere protagonisti fin da subito. Importantissimi, infine, gli innesti di over di spessore come Meccariello, Benedetti, Marotta e Ferrante. A cui si sono aggiunti in extremis anche gli svincolati Terranova e Ciciretti. Per quest’ultimo si tratta di un ritorno di fiamma, considerando che aveva già vestito la maglia giallorossa tra il 2015 e il 2018. Attualmente lo stipendio più alto dovrebbe essere quello percepito da Camillo Ciano, calciatore dal curriculum importantissimo per la categoria. Ma anche elementi come Tello e Improta rappresentano un lusso che in pochissimi possono permettersi. E per questo, nonostante il cambio di categoria e le cessioni di profili di alto livello, il Benevento presenta un organico sontuoso che si piazza senza dubbio tra i migliori dell’intera Serie C.

STILE DI GIOCO – Il Benevento è una squadra che ha cambiato pelle molto presto, passando da un 4-3-3 propositivo e dinamico a una difesa a tre che dà maggiori garanzie difensive. Specie dopo l’infortunio rimediato alla prima uscita stagionale dal baluardo Meccariello, in grado di guidare il reparto difensivo quasi da solo. La partita con la Turris rappresenta, infatti, l’unico impegno in cui Andreoletti ha schierato una linea difensiva a quattro. E si tratta peraltro dell’unica sconfitta del Benevento in questo campionato. La prestazione di Torre del Greco ha convinto il giovane tecnico del Benevento a cambiare assetto, puntando su un 3-5-2 dotato di copertura e solidità difensiva. Poi l’idea di alzare la posizione di Karic più vicina ai due giocatori offensivi, con il passaggio a un 3-4-2-1 che però non rinuncia affatto all’equilibrio. Andreoletti ha le idee chiare: grande cura alla fase difensiva e lavoro intensivo sulle corsie esterne, che rappresentano una delle chiavi offensive dei giallorossi. A centrocampo c’è bisogno di tuttofare, abili nella transizione dalla fase difensiva a quella offensiva. E a tal proposito in primis il giovanissimo Talia e, nelle ultime settimane, anche Agazzi stanno facendo un gran lavoro. Oltre al sopracitato Karic che è molto bravo ad attaccare ma allo stesso tempo è dotato di grande spirito di sacrificio. Ciò lo ha reso una pedina fondamentale per il tecnico del Benevento che lo ha schierato in diverse zone del campo. La difesa è – dati alla mano – il reparto che sta facendo meglio. I vari Berra, Pastina, El Kaouakibi e Capellini – gli ultimi due spesso in ballotaggio – rappresentano calciatori affidabili di un reparto che, Turris a parte, ha concesso pochissimo e ha subito zero reti nelle ultime tre gare. Mentre è lecito attendersi qualcosa in più dal reparto offensivo che conta elementi di qualità come Ciano e Bolsius e prime punte di spessore quali sono Marotta e Ferrante. Quest’ultimo si è spento nelle ultime uscite dopo le tre reti realizzate nelle prime cinque partite. In generale si tratta di una squadra quadrata, ben messa in campo e difficile da colpire. Per abbattere il castello difensivo servirà dunque il miglior Messina, in particolare in zona gol.

QUI BENEVENTO – Ci ha accompagnati lungo questo viaggio il giornalista de Il Mattino, Oreste Tretola. Si parte proprio dalla ricostruzione del periodo positivo che, fin qui, ha condotto i campani alla seconda posizione in classifica. «I dieci risultati utili consecutivi del Benevento giungono soprattutto per la forza dei singoli. Nelle ultime uscite si sono visti dei passi in avanti nello sviluppo della manovra, ma il gioco non è ancora spumeggiante e la differenza la stanno facendo i giocatori più importanti. La fase difensiva è quella che sta dando più soddisfazioni. Il Benevento non ha subito gol nelle ultime tre partite. Fuori casa, fatta eccezione per la gara con la Turris, non ha mai subito reti. Il punto debole forse è un po’ l’attacco, visto che dagli uomini offensivi non stanno arrivando tanti gol. Ferrante si è fermato da qualche partita, Marotta è andato a segno una sola volta. Diversi gol sono arrivati infatti dai difensori centrali e dagli esterni.»
Stile di gioco su cui ha sicuramente inciso il cambio di assetto da parte di mister Andreoletti, che col passare delle settimane ha rivalutato l’adesione al consueto 4-3-3. «Sicuramente la difesa a tre ha rappresentato una grande novità. Nel preseason è stata provata la difesa a quattro ma l’infortunio al ginocchio di Meccariello alla prima giornata ha cambiato un po’ i piani del mister. Il modulo è un 3-4-2-1 che prevede un trequartista con compiti offensivi e un altro con funzioni di copertura. Andreoletti ha sempre un occhio rivolto verso l’equilibrio. Cerca innanzitutto di non prendere gol, essendo consapevole che prima o poi la giocata decisiva arriva.»
Sui singoli poi afferma: «Se c’è un calciatore da cui mi aspetto qualcosa in più è sicuramente Ciano. Mentre sono in fiducia Masciangelo, reduce dal gol nell’ultima gara, e Improta. Agazzi sta crescendo tanto fisicamente e sta alzando i giri del motore.»

PROBABILE FORMAZIONE – Prove di formazione per il Benevento che si schiererà con il consueto 3-4-2-1: «Il mister ha avuto indicazioni importanti dalla partita col Potenza, nella quale ha, però, fatto riposare diversi big. Davanti a Paleari, nel terzetto difensivo dovrebbe tornare El Kaouakibi, al fianco di Pastina e Berra. Agazzi e Talia in mezzo al campo in questo momento non si toccano. Proprio Talia non partiva titolare ma, vista anche qualche assenza a centrocampo, è riuscito a prendersi il posto. Come quinti dovrebbe esserci la riconferma di Masciangelo e Improta che sono in gran forma. È tornato dall’infortunio Benedetti, però sarà difficile rivederlo dal primo minuto già a Messina. Poi mi aspetto di rivedere Ciano dall’inizio sulla trequarti, con Karic al suo fianco. La prima punta invece dovrebbe essere Ferrante, ma occhio all’idea Marotta che sicuramente stuzzica il tecnico».

*foto copertina: Benevento Fc – Facebook ufficiale

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